lunedì 13 settembre 2010

di coccodrilli freddolosi e rotte da seguire

Ritorno con ancora negli occhi la luminosità dei colori marini, nel cuore l'emozione e la paura che si rompa la voce, nei capelli un po' di quel vento che ci ha accompagnato in questa tre giorni lontano da casa ma vicino agli amici. pensavo a tutte le trame che ci conducono lungo il nostro sentiero. davvero a volte basta poco per iniziare un cammino, anche se all'inizio quella direzione sembra che si snodi parallelamente a noi. e invece basta una piccola inclinazione per dare un corso diverso agli eventi. questa idea dell'inclinazione non è del tutto mia, ma ci pensavo stamattina, davanti ad un tradizionale Earl Grey. Spesso si dice di avere un'inclinazione per qualcosa, soprattutto per passioni lontane dal nostro quotidiano, dall'immagine che diamo al mondo del nostro essere e soprattutto del nostro fare. Nei giorni scorsi ho finalmente accantonato il mio lato "pubblico", e sono stati giorni intensi. Giorni di musica, di arte (da quanto non pasticciavo con le tempere!), di canto. Di amici che hai voglia di vedere, di tempo che non è più necessario ritagliare da trascorrere con chi si ama senza avere la sensazione di farsi scivolare dei secondi tra le dita. Con le prime piogge inizia la voglia di accoccolarsi e lasciare che il vento soffi lontano, come animali a sangue freddo ci si sente più inerti e bisognosi di calore fisico e umano. Eliot diceva che aprile è il mese più crudele. A me sembra invece sia settembre che, mischiando memoria e desiderio, ci coglie sempre impreparati e si diverte a mischiare tra le folate sferzanti tutti i nostri progetti amorosamente custoditi e cullati nei mesi estivi.

Accompagnamoci con un bancha al gelsomino, e lasciamo correre.

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